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Aforismi di Giuseppe Prezzolini

Aforismi di Giuseppe Prezzolini

Aforismi e citazioni di Giuseppe Prezzolini
Aforismi e citazioni di Giuseppe Prezzolini

Giuseppe Prezzolini (Perugia 1882 – Lugano 1982)
Scrittore, giornalista e aforista italiano

AFORISMI

Scrivere aforismi è da gran signore; un gran signore regala bottiglie di vino pregiato; un villano regala una botte di vino mediocre.
Giuseppe Prezzolini

L’amore è il più individualistico e il più antisociale dei sentimenti.
Giuseppe Prezzolini

La fantasia della maggioranza è oggi dominata dalla visione del benessere.
Giuseppe Prezzolini

La Chiesa cattolica può essere definita la risposta che il mondo ha dato al Vangelo.
Giuseppe Prezzolini

Chi provoca o fa una rivoluzione, appena ha ottenuto il suo scopo, diventa un conservatore.
Giuseppe Prezzolini

I nostri desideri han le ali del falco, le nostre possibilità i monconi della tartuca.
Giuseppe Prezzolini

Accanto all’arte della mnemonica (ricordare) occorrerebbe un’arte del dimenticare.
Giuseppe Prezzolini

Meglio un errore fatto da sé, che una verità fatta dagli altri.
Giuseppe Prezzolini

Una vera filosofia è sempre una confessione.
Giuseppe Prezzolini

Cosa importante non è leggere il giornale, ma il modo di leggerlo.
Giuseppe Prezzolini

L’improvvisazione è la legge della storia.
Giuseppe Prezzolini

Soltanto le bestie si contentano del necessario.
Giuseppe Prezzolini

Le masse non domandano la libertà, domandano la sicurezza.
Giuseppe Prezzolini

Le invenzioni della natura per torturarci sono infinite e piene di fantasia; non c’è un catalogo che le contenga.
Giuseppe Prezzolini

L’ordine costa un po’ di tempo ma ne fa poi guadagnare.
Giuseppe Prezzolini

Non ci son “cose piccole”. Ci son soltanto “anime piccole”.
Giuseppe Prezzolini

Ci sono uomini colti persino tra i professori.
Giuseppe Prezzolini

Meglio aver rimorsi che rammarichi.
Giuseppe Prezzolini

Il disprezzo si veste di silenzio, il dispetto se ne traveste.
Giuseppe Prezzolini

In fatto di sincerità tutto quello che puoi cercare è di non dir bugie a te stesso.
Giuseppe Prezzolini

Ognuno appartiene al tempo che sa vivere.
Giuseppe Prezzolini

Se dessero sempre risposte veritiere e soddisfacenti non sarebbero uomini politici.
Giuseppe Prezzolini

L’uomo è l’unico essere che non voglia essere quello che è.
Giuseppe Prezzolini

Si è creduti quando si dice una verità che fa comodo a chi l’ascolta.
Giuseppe Prezzolini

Dei furbi e dei fessi

1. I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.

2. Non c’è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia, non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico della moglie e potente nella magistratura, nella Pubblica Istruzione ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all’agente delle imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc. questi è un fesso.

3. I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta.

4. Non bisogna confondere il furbo con l’intelligente. L’intelligente è spesso un fesso anche lui.

5. Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.

6. Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.

7. Segni distintivi del furbo: pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne.

8. I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini.

9. Dovere: è quella parola che si trova nelle orazioni solenni dei furbi quando vogliono che i fessi marcino per loro.

10. L’Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l’Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono.

11. Il fesso, in generale, è stupido. Se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo.

12. Il fesso, in generale, è incolto per stupidaggine. Se non fosse stupido, capirebbe il valore della cultura per cacciare i furbi.

13. Ci sono fessi intelligenti e colti, che vorrebbero mandar via i furbi. Ma non possono: 1) perché sono fessi; 2) perché gli altri fessi sono stupidi e incolti, e non li capiscono.

14. Per andare avanti ci sono due sistemi. Uno è buono, ma l’altro è migliore. Il primo è leccare i furbi. Ma riesce meglio il secondo che consiste nel far loro paura: 1) perché non c’è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere; 2) perché non c’è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e la associazione con altri briganti alla guerra contro questi.

15. Il fesso si interessa al problema della produzione della ricchezza. Il furbo soprattutto a quello della distribuzione.

16. L’Italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all’ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l’italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l’esempio e la dottrina corrente – che non si trova nei libri – insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l’ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un’altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l’Italia, è appunto l’effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.

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