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Aristotele ai tempi di Facebook

Aristotele ai tempi di Facebook

Aristotele ai tempi di Facebook
Aristotele ai tempi di Facebook

Aristotele ai tempi di Facebook. Cari amici, non ci sono amici. Un articolo che indaga le bizzarrie amicali e non dei social networks e non solo.

Facebook expected you to pay up for them to show your post about last weekend’s family trip photos to your uncle.
A friend of mine

Dalla pagine di Facebook anche il personaggio più stupido augura buon pranzo a tutti, proprio come fa il papa. Sono le 14:10, ed ora vado a mangiare due tramezzini e non auguro un bel niente a nessuno.
Carl William Brown

Grazie ai social media la rete è un luogo più democratico; ma anche grazie alla chiesa il paradiso è sempre più pieno di santi; tuttavia però a causa dei numerosi pirla che popolano il nostro pianeta, la terra è sempre di più il cesso dell’universo.
Carl William Brown

I social netrworks, Facebook in primo luogo, ma naturalmente anche Twitter, Instagram, e via dicendo, sono degli ottimi spazi dove seguire, osservare, studiare e approfondire le varie forme camaleontiche della stupidità umana.
Carl William Brown

E’ già la terza volta che shit-face mi blocca perché non approva il mio commento “forni crematori”; ma se proprio non li tollerate, o stronzi che non siete altro, fatevi pure seppellire per terra!
Carl William Brown

Questo é il mio ultimo post, da oggi in poi non userò più questa bacheca né userò quella degli altri, userò solo messaggi privati per il resto. Facebook facilita dinamiche di prevaricazione, manipolazione delle opinioni, incomprensione e bullismo nelle discussioni in piú di due. La comunicazione per iscritto poi non aiuta molte persone. Capisco perché altri hanno giá fatto scelte simili.
A friend of mine.

Nei lunghi anni di attività su Facebook mi è capitato di cercare di aggiungere tra i cosiddetti “amici” persone che avevo conosciuto in un periodo molto remoto della mia esistenza, nella mia città natale, in vari locali o all’università, ma che probabilmente dato l’età non sapevano più neanche bene chi fossi, o forse in realtà chi fossero loro stessi.

In questi casi e forse anche a causa della mia fama di intellettuale un po’ scomodo, non sono riuscito a stabilire la benché minima relazione, e così non mi resta che consolarmi con tutte le altre mie conoscenze nei quattro angoli del pianeta. Ma facciamo alcuni esempi per rendere meglio l’idea al volentoroso lettore, e non solo.

Un cattolico fervente con figli, abbastanza benestante che dopo aver venduto pentole in giro per l’Europa ha gestito e fondato varie scuole private. Troppo religioso, borghese e impegnato nel recupero di gente svogliata e non del tutto capace per degnarsi di leggere o seguire le mie peripezie. Sono stato sintetico perché penso che il personaggio non possa meritare più di tre righe.

Una giornalista sportiva, che ormai ad una certa età nel suo blog si occupa solo di ricette, un po’ di moda e spende il suo tempo visitando qualche mostra qua e là, o facendo alcuni viaggetti. Troppo perbene e troppo inquinata dal clima milanese per pensare anche solo minimamente di mettere in discussione le sue stereotipate sinapsi.

Un operaio montatore, probabilmente non solo di macchinari, ligio al dovere e al servizio, che nel corso di una lunga carriera lavorativa passata in parte anche all’estero è riuscito probabilmente a raggiungere una certa agiatezza. Ora gioca a golf nella provincia, fuma sigari cubani, beve qualche bottiglia di Dom Perignon, compra le solite auto usate abbastanza lussuose, ma tenute bene, anzi penso che l’ultima fosse persino a chilometri zero, e naturalmente non si sogna nemmeno lontanamente di leggere qualcosa che vada oltre la visiera del suo cappellino estivo.

Un grafico abbastanza giovane, con qualche connessione parentale, troppo impegnato con la sua musica, i suoi gadgets, e le sue manie di grandezza per cercare anche solo in parte di dedicare un po’ del suo tempo alla lettura o alla riflessione di qualsiasi cosa che abbia un minimo di spessore culturale e si ponga in maniera critica nei confronti dell’imprenditoria, della politica, e più in generale dell’esistenza stessa.

Un impiegato di banca senza diploma, carriera modesta ma sobria, che avendo trascorso con il sottoscritto il periodo militare ha quasi la mia stessa età, e che per di più essendo il figlio della sorella di mio padre, gente ormai tutta morta, nonni compresi ovviamente, pensa che sia decisamente troppo tardi per imparare un po’ di inglese e seguire quindi il sottoscritto. Da notare che nelle mie pagine su Facebook io mi occupo anche di trading, ma del resto è risaputo che chi lavora negli istituti di credito di trading per fortuna non ne sa molto, anche perché quei pochi che si vantano di essere dei professionisti alla fine sono proprio quelli che vi possono mandare in rovina.

Per il momento mi fermo qui, anche perché molta gente che più o meno ha la mia età non ha mai familiarizzato più di tanto con i computers, con Internet e tanto meno con i social networks, ma penso che la lista potrebbe anche essere leggermente allungata, se passassimo ad analizzare tutte quelle persone troppo assorte nelle loro assurde attività per potersi dedicare con un po’ più di impegno e di serietà al mondo delle idee e delle pubbliche relazioni culturali, e qui ci inserirei anche alcuni dei miei ex-studenti, i quali probabilmente devono invecchiare ancora un po’, per diventare così deficienti come i loro predecessori.

In ogni caso e per terminare questa breve riflessione devo citare Terenzio che soleva dire: “Homo sum, humani nihil a me alienum puto”, in pratica sono un essere umano, e quindi non ritengo a me estraneo nulla di umano, oddio, umano per certe persone e per la specie a cui appartengono in genere è una parola grossa, ma in fin dei conti io più che razzista sono un umorista e poiché sono anche uno studioso della stupidità e di tutte le sue più strabilianti manifestazioni, devo confessare che ogni tanto vado comunque su quei profili a dare un’occhiata a quanto viene prodotto, e devo pure ammettere che spesso e volentieri mi faccio anche qualche risatina, in tristitia hilaris, in hilaritate tristis.

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