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Competitività in Europa

Competitività in Europa

Competitività in Europa
Competitività in Europa

A modest proposal to increase the efficiency of the Italian political class. I recommend full time job for our representatives. In practice, during the night they should go to get fucked. During the day, in fact they do nothing but talk at random, shoot crap and bullshit. A kind of retaliation for similarity, applied to people who can not take a fuck and blessed whose sole purpose in life, as well as going through the miserable morons, is to fuck the neighbor for their only vain and supreme deity, or the immortal and ubiquitous stupidity.
Carl William Brown

Nella nostra società tutto è fatto perché alla fine trionfi la competitività e la vanità della casualità, ma un tale sistema alla fine non può che portare invidia, violenza, corruzione, falsità, infelicità e stupidità.
Carl William Brown

I migliori, o presunti tali, componenti della specie, esaltano la concorrenza, la competitività, la lotta sfrenata, l’inganno, la frode e poi ipocritamente da falsi benpensanti si lamentano e raccolgano fondi per chi non ce la fa, per chi durante la corsa cade, soffre, si fa male, rinuncia, soccombe.
Carl William Brown

In un mondo sempre più competitivo e globalizzato, un adeguato bagaglio di competenze per i lavoratori si traduce in posti di lavoro e guadagni in produttività. Purtroppo l’Italia risulta in coda tra i Paesi avanzati per le competenze, in primo luogo cognitive, dei lavoratori e questo intralcia la partecipazione alla catena globale del valore e quindi la competitività internazionale del Paese.
Skills Outlook 2017 dell’Ocse

L’indice di competitività regionale 2019 e l’Eurobarometro sulla politica regionale sono due strumenti di cui le autorità degli Stati membri incaricate della definizione dei futuri programmi della politica di coesione per il periodo di bilancio dell’UE 2021-2027 potranno avvalersi per valutare le posizioni dell’opinione pubblica, individuare i punti di forza delle regioni e indirizzare meglio gli investimenti. Aggiornato ogni tre anni, consente alle regioni di monitorare e valutare il rispettivo sviluppo nel tempo e in rapporto alle altre regioni. Aiutando le regioni a individuare i loro punti di forza e di debolezza e a orientarne gli investimenti pubblici, può rivelarsi un valido strumento per la definizione dei nuovi programmi.

Il sondaggio Eurobarometro Flash sulla consapevolezza e sulla percezione della politica regionale da parte dei cittadini mostra che la grande maggioranza degli europei (81%) ritiene che i progetti finanziati dall’UE abbiano un impatto positivo sulla loro vita – maggioranza registrata tra chi ha effettivamente conoscenza di tali progetti (e qui il dato è solo del 40%). La Commissione, oltre a sottolineare la necessità che le autorità responsabili dei programmi e i beneficiari comunichino di più in merito ai progetti finanziati dall’UE, nella sua proposta relativa alla prossima politica di coesione ha stabilito nuovi obblighi in tal senso. Sono previsti un piano di comunicazione per tutti i programmi, attività sui social media e l’organizzazione di eventi incentrati sui progetti di rilievo.

Secondo il sondaggio Eurobarometro la maggior parte dei rispondenti ha affermato che l’UE dovrebbe investire di più nell’istruzione, nella sanità o nelle infrastrutture sociali (91%), nell’ambiente (90%) e dovrebbe concentrarsi maggiormente sulle regioni con un elevato tasso di disoccupazione (69%), sulle aree urbane degradate (54%) e sulle zone remote e di montagna (52%).

Questi risultati sono in linea con le priorità politiche proposte dalla Commissione per la prossima politica di coesione e mettono in evidenza quali siano le priorità dei cittadini a livello nazionale. Le risposte relative all’Italia sono consultabili nel documento allegato.

Le quattro regioni più competitive in Europa sono tutte nel Regno Unito, anche se il podio delle nazioni migliori per capacità di attrarre imprese e lavoratori è composto da Lussemburgo, Olanda e Danimarca. Il Regional Competitiveness Index della Commissione europea valuta le 262 regioni più competitive del continente secondo 74 diversi parametri per stabilire quali siano i territori più attraenti del continente: in vetta ce ne sono quattro inglesi Bedforshire, Essex, Inner e Outer London che condividono a pari merito il primato. Alle loro spalle si piazza l’olandese Utrecht. Per trovare tra le regioni più competitive d’Europa un’ italiana bisogna andare indietro fino al 143esimo posto: la Lombardia naviga poco dopo metà classifica, affiancata dalla francese Champagne-Ardenne.

Questa invece era la classifica delle 10 regioni più competitive d’Europa stilata dall’Indice  di competitività regionale nel 2013 e pubblicato dalla Commissione Ue, e purtroppo come si può evincere dai dati la situazione per l’italia non ha fatto altro che peggiorare.

1) Utrecht (Olanda)
2) Area di Londra: Bedfordshire, Hertfordshire, Essex, Inner e Outer London (Gran Bretagna)
3) Berkshire, Buckinghamshire e Oxfordshire (Gran Bretagna)
4) Regione di Stoccolma (Svezia)
5) Surrey, East and West Sussex (Gran Bretagna)
6) Regione di Amsterdam: Flevoland, Noord-Holland (Olanda)
7) Regione di Francoforte: Darmstadt (Germania)
8) Regione di Parigi: Ile de France (Francia)
9) Regione di Copenhagen: Hovedstaden (Danimarca)
10) Zuid-Holland  (Olanda)

Per trovare la prima regione italiana, la Lombardia, occorre invece scorrere l’indice fino alla posizione 128, seguita dalle altre, fino alla Sicilia, fanalino di coda nazionale 235ma su una graduatoria di 262. Si tratta di una fotografia impietosa dello stato delle regioni italiane.

Questa tragica realtà comporta, tra le altre cose, che in molti paesi europei la gente guadagna di più, i servizi sono migliori e la vita in generale costa anche di meno. Potremmo consolarci col fatto che in Italia lo stato è molto più attivo che non nel resto d’Europa, peccato però che tutto quello che fa, lo faccia malissimo. A questo sfacelo si oppongono fortemente tutti gli artisti e gli intellettuali della nazione, che non fanno un bel niente per la collettività, però in compenso lo fanno molto bene. Morale della favola, l’Italia resta il bel paese solo per i politici, i dirigenti, qualche professionista, qualche mignotta, qualche industriale illuminato e i grandi evasori, per tutti gli altri non resta che la canna del gas.