Idee, parole, metafore e riflessioni
 
Riflessioni di Seneca

Riflessioni di Seneca

Riflessioni di Seneca
Riflessioni di Seneca

Riflessioni di Seneca. Seneca nacque a Cordova intorno al 4 a.C.. Avviatosi verso un ideale ascetico di vita, da cui fu distolto dal padre, abbracciò il foro e la politica, prima sotto Caligola, poi sotto Claudio (che lo condannò all’esilio per sospetto adulterio) E infine sotto Nerone. Ricchissimo, fu oggetto di aspre critiche e venne anche citato in giudizio. Nel 65, coinvolto nella congiura di Pisone, si tagliò le vene. Fra le sue opere ricordiamo i Dialoghi, Della Clemenza, Dei Benefici, Questioni naturali, Epistole morali e nove tragedie.

Non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus difficilia sunt.
(Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle; è perché non osiamo farle che le cose sono difficili).
Seneca

L’unico bene, la condizione fondamentale per una vita felice, è la fiducia in se stessi
né può renderti felice la bellezza o la forza del corpo: nessuno di quei beni resiste al passare del tempo.
Seneca

I massimi ingegni d’ogni tempo potranno trovarsi d’accordo almeno su questo punto, eppure non finiranno mai di stupirsi per tale offuscamento degli intelletti umani: gli uomini non permettono ad alcuno di occupare i loro poderi e, se nasce una minima controversia sui confini, mettono mano alle pietre e alle armi. Tuttavia sopportano che altri si intromettano nella loro vita, anzi vi introducono essi stessi quelli che ne diventeranno i padroni. E mentre non si trova nessuno disposto a spartire il proprio denaro, a quanti ciascuno distribuisce la propria vita! Sono tirchi nell’amministrare il patrimonio, ma prodighi nel gettar via il proprio tempo, la sola cosa per cui l’essere avari farebbe onore.
Seneca

Devi fare, però, un preventivo esame di te stesso, dopodiché passerai ad analizzare le attività che desideri intraprendere e le persone per le quali e con le quali lavorerai. Per prima cosa, ripeto, bisogna valutare le proprie capacità, perché generalmente siamo portati a ritenere di averne più di quante in effetti ne possediamo.
Seneca

La vita è abbastanza lunga per chi, come il saggio, sa vivere intensamente ogni istante. A lamentarsi della brevità della vita è invece lo stolto, poiché, in realtà, egli non domina le cose ma ne è dominato e vive in una condizione di perenne alienazione: egli non è padrone di se, né del suo tempo e paradossalmente giunge spesso alla fine della sua vita senza aver realmente vissuto.
Seneca

Ci stupisce sempre il vedere gente che chiede agli altri il loro tempo ed i richiesti accogliere prontamente la domanda; tutti e due guardano al motivo della richiesta di tempo e nessuno bada al tempo in quanto tale: lo si chiede e lo si dà, come fosse una cosa di nessun conto. Giocano con il bene più prezioso di tutti, un bene che li inganna, nessuno ti restituirà gli anni, nessuno ti restituirà te stesso.
Seneca

Ogni male ha la sua compensazione. Meno è il denaro, meno i problemi; meno i favori, minore è l’invidia. Perfino in quei casi che ci fanno uscir di senno, non è la perdita in se stessa che ci angustia, bensì la nostra valutazione della perdita.
Seneca

Dicono che Cratete, discepolo di quello Stilbone, da me menzionato nella precedente lettera, avendo visto un giovincello passeggiare in un luogo isolato, gli domandò che facesse lì solo. «Parlo con me» fu la risposta. E di rimando Cratete: «Sta’ bene attento, te ne prego; tu parli con un cattivo soggetto»… Chi è privo della saggezza non deve essere lasciato in balia di se stesso.
Seneca

Tutti sono d’accordo nel ritenere che vivendo in società è difficile essere immuni dai vizi, e allora, se non abbiamo altro mezzo per salvarci da essi, isoliamoci: già questo solo fatto ci renderà migliori. D’altronde chi c’impedisce, pur vivendo appartati, di avvicinare uomini virtuosi e ricavarne un esempio su cui modellare la nostra esistenza? E ciò non è possibile se non in una vita tranquilla, lontana dalle pubbliche faccende: solo così potremo mantenere fermi i nostri propositi, non avendo accanto nessuno che, sollecitato dalla grande massa che gli sta intorno, possa distoglierci dalla nostra decisione, ancora instabile, all’inizio, e perciò facile a sgretolarsi. Allora sì la nostra vita potrà procedere uniforme e costante, perché non turbata dalle idee più diverese e contrastanti.
Seneca

Pensieri di Seneca
Pensieri di Seneca

L’ubriachezza non origina i vizi, ma li mette in luce: è allora che l’uomo libidinoso non aspetta nemmeno di entrare in camera da letto, ma soddisfa subito le sue voglie; che l’impudico rivela apertamente i suoi istinti morbosi; che l’insolente non tiene più a freno la lingua e le mani. Cresce la superbia dell’arrogante, la crudeltà del violento, la malevolenza dell’invidioso; ogni vizio viene fuori ingigantito.
Seneca

L’invidia si volge alle cose vicine, mentre quelle lontane sono guardate con animo schietto e sincero. La vita del saggio, dunque, spazia per ogni dove, è senza tempo, non è limitata, come quella degli altri mortali.
Seneca

Un’altra fonte non trascurabile di preoccupazione è l’assumere sempre, di fronte agli altri, atteggiamenti non conformi alla propria natura, in poche parole, la mancanza di spontaneità. In questo modo la vita diventa una finzione e un tale comportamento è purtroppo molto diffuso: più che ad essere, insomma, si tende ad apparire. Ne consegue un continuo ed ossessivo controllo di se stessi, perché si ha il timore di essere colti dagli altri in un atteggiamento diverso da quello che si suole assumere, e questa preoccupazione diventa una schiavitù da cui non si riesce a liberarsi, dovendo stare sempre all’erta, nella convinzione e nel timore di dover subire un esame ogni volta che si è osservati.
Seneca

Immagina di abbracciare l’immensità del tempo e l’universo, e poi paragona all’infinito quella che chiamiamo vita umana: vedrai come è poca cosa questa vita che desideriamo e cerchiamo di prolungare… Il tempo scorre velocissimo e ce ne accorgiamo soprattutto quando guardiamo indietro: mentre siamo intenti al presente, passa inosservato, tanto vola via leggero nella sua fuga precipitosa.
Seneca

Ci è stata data un vita abbastanza lunga e per il compimento di cose grandissime, se venisse spesa tutta bene; ma quando si perde tra il lusso e la trascuratezza, quando non la si spende per nessuna cosa utile, quando infine ci costringe la necessità suprema, ci accorgiamo che è già passata essa che non capivano che stesse passando. È così: non abbiamo ricevuto una vita breve, ma la rendiamo tale, e non siamo poveri di essa ma prodighi. Come ricchezze notevoli e regali, quando sono giunte ad un cattivo padrone, in un attimo si dissipano, ma, sebbene modeste, se sono state consegnate ad un buon amministratore, crescono con l’uso, così la nostra vita dura molto di più per chi la dispone bene.
Seneca

Penso che molti uomini avrebbero potuto raggiungere la sapienza se non avessero presunto di esservi già giunti, soprattutto se non avessero volutamente ignorato alcune debolezze o sorvolato su altre, chiudendosi gli occhi. Non è vero che ci viene maggior danno dall’adulazione degli altri che dalla nostra. Chi ha il coraggio di dire a se stesso la verità? Chi, in mezzo alla gente che lo ossequia e lo loda, non si è lodato per primo moltissimo?
Seneca

La vita è breve: evitiamo, dunque, programmi troppo estesi: ogni giorno, ogni ora ci mostra la nostra nullità e ricorda a noi smemorati, con qualche nuovo argomento, la nostra fragile natura. Allora noi, che facciamo programmi come se la nostra vita fosse eterna, siamo costretti a pensare alla morte. Si volge, infatti, ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente.
Seneca

Se i ritratti dei nostri amici assenti ci sono graditi, perché rinnovano il ricordo e alleviano la nostalgia con un falso ed effimero conforto, tanto più ci è gradita una lettera, che porta le vere tracce, i veri segni dell’amico assente.
Seneca

Brevissima e ansiosissima è la vita di quelli che dimenticano il passato, non curano il presente, temono il futuro: giunti all’ultima ora, tardi comprendono, disgraziati, di essere stati tanto tempo occupati a non far nulla.
Seneca

Noi diciamo che il sommo bene è vivere secondo natura, e la nostra natura ha due facce, una rivolta alla contemplazione e l’altra, invece, all’azione. Quanto alla prima, la contemplazione, la prova della sua validità sta già nel fatto stesso che in ciascuno di noi è insito il desiderio di conoscere l’ignoto e vivo l’interesse per ciò che di lui si racconta. C’è chi si mette in mare e sopporta i fastidi di un lunghissimo viaggio per il solo unico premio che può derivargli dallo scoprire cose sconosciute e lontane: è questo che attira le folle agli spettacoli, che ci induce a spiare attraverso le fessure ciò chè precluso al nostro sguardo, ad esplorare i più profondi segreti, a consultare i libri antichi o ad apprendere i costumni dei popoli stranieri. Questa curiosità ce l’ha data la natura, la quale conscia della propria arte e del sujo fascino, ci ha creati quali testimoni di un così stupendo spettacolo.
Seneca

Riflessioni, pensieri e massime di Seneca
Riflessioni, pensieri e massime di Seneca

L’uomo è un animale dotato di ragione: il suo bene lo attua appieno, se adempie al fine per cui è nato. Che cosa esige da lui questa ragione? Una cosa facilissima: che viva secondo la natura che gli è propria.
Seneca

Ognuno brucia la sua vita e soffre per il desiderio del futuro, per il disgusto del presente. Ma chi sfrutta per sé ogni ora, chi gestisce tutti i giorni come una vita, non desidera il domani né lo teme. Non c’è ora che possa apportare una nuova specie di piacere. Tutto è già noto, tutto goduto a sazietà. Del resto la sorte disponga come vorrà: la vita è già al sicuro. Le si può aggiungere, non togliere, e aggiungere come del cibo ad uno già sazio e pieno, che non ha più la voglia ma ancora la capienza. Non c’è dunque motivo di credere che uno sia vissuto a lungo perché ha i capelli bianchi o le rughe: non è vissuto a lungo, ma ha esistito a lungo.
Seneca

Se il corpo non assolve più le sue funzioni, non è meglio liberare l’anima dalle sue sofferenze? E forse bisogna agire un po’ prima del dovuto perché, arrivato il momento, non ci si trovi nell’impossibilità di farlo; il pericolo di vivere male è maggiore del pericolo di morire presto.
Seneca

Il male non accade agli uomini buoni che non hanno pensieri cattivi. Giove protegge gli uomini buoni tenendo lontano il peccato, i pensieri malvagi, i progetti avidi, la lussuria cieca e l’avarizia che brama la proprietà altrui. Gli uomini buoni liberano Dio da questa cura disprezzando le cose esteriori. Il bene è dentro e la fortuna è non aver bisogno della fortuna.
Seneca

Un brav’uomo ti ha fatto male? Non crederci. Un uomo cattivo? Non essere sorpreso. Gli uomini giudicano ingiusti alcuni eventi perché non li meritano, altri perché non li aspettavano; ciò che è inaspettato lo contiamo immeritato. Decidiamo che non dovremmo essere danneggiati nemmeno dai nostri nemici, ognuno nel suo cuore prende il punto di vista del re ed è disposto a usare la licenza ma non vuole soffrirne. È arroganza o ignoranza che ci rende inclini alla rabbia.
Seneca

Evita incontri con persone ignoranti, chi non ha mai imparato non vuole imparare. Hai rimproverato quell’uomo più francamente di quanto avresti dovuto e l’hai offeso piuttosto che riparato. Considera non solo la verità di ciò che dici, ma anche se l’uomo a cui ti stai rivolgendo può sopportare la verità. Un uomo buono accetta volentieri il rimprovero; più un uomo è peggiore, più se ne risente amaramente.
Seneca

Una leggera febbretta può sfuggire all’attenzione, ma, se aumenta e diventa un’autentica febbre che brucia, anche l’uomo più resistente e più avvezzo alle sofferenze è costretto a confessare l’infermità… Il contrario avviene nelle infermità che colpiscono l’animo: quanto più uno sta male, tanto meno se ne accorge.
Seneca

Chi è appena assopito, anche durante il sonno percepisce le immagini dei sogni; e talvolta, dormendo, si rende conto di dormire. Ma un sonno pesante estingue anche il sogno e sommerge l’anima in una completa incoscienza. Perché nessuno confessa i suoi vizi? Perché è ancora sotto il loro dominio. Può raccontare i propri sogni solo chi ne è guarito. Perciò, svegliamoci, per poter prendere coscienza dei nostri errori. Solo la filosofia riuscirà a destarci, e a scuoterci dal pesante sonno: consacrati tutto a lei. Tu sei degno di lei ed ella è degna di te: abbracciatevi.
Seneca

L’inventore del vino fu chiamato LIbero non perché col bere la lingua si faccia più sciolta e sciorini parole in libertà, ma perché il vino libera l’uomo dalla schiavitù degli affanni, dei pensieri, lo rassicura, lo fortifica e lo rende più ardito in ogni impresa… Non bisogna però esagerare spesso, per evitare di cadere nell’assuefazione, così come la libertà, anche il bere esige una misura… Affidiamoci a quanto diceva il famoso poeta greco, secondo cui “talvolta è dolce far pazzie”, oppure a Platone, per il quale “non è poeta chi è sempre presente a se stesso”, o ancora ad Aristotele che sentenziava non esserci grande ingegno senza un pizzico di follia. Solo nell’eccitazione la mente può pronunciare parole nobili e inusitate, inquantoché nel disprezzo delle cose ovvie e volgari, spinta da una divina ispirazione, si solleva più in alto e allora canta in un modo che va al di là dell’umano. Finché rimane troppo attaccata a se stessa non può toccare alcunché di sublime o inaccessibile, deve staccarsi dalla sua abituale condizione, uscire, mordere i freni e trascinare con sé il suo cocchiere, fin dove questi, senza tale stimolo, non avrebbe il coraggio di salire.
Seneca

Molto dunque si estende la vita del saggio, non è confinato negli stessi limiti degli altri: lui solo è libero dalle leggi dell’umanità, tutti i secoli ubbidiscono a lui come a dio. È passato del tempo: lo blocca col ricordo; urge: ne usa; sta per venire: lo pregusta. Gli fa lunga la vita la concentrazione di tutti i tempi.
Seneca

Pensieri, aforismi, riflessioni di Lucio Seneca
Pensieri, aforismi, riflessioni di Lucio Seneca

Moriamo ogni giorno: ogni giorno ci viene tolta una parte della vita e anche quando ancora cresciamo, la vita decresce. Abbiamo perduto l’infanzia, poi la fanciullezza, poi la giovinezza. Tutto il tempo trascorso fino a ieri è ormai perduto; anche questo giorno che stiamo vivendo lo dividiamo con la morte. Come la clessidra non è vuotata dall’ultima goccia d’acqua, ma da tutta quella defluita prima, così l’ora estrema, che mette fine alla nostra vita, non provoca da sola la morte, ma da sola la compie; noi vi giungiamo in quel momento, da tempo, però, vi siamo diretti.
Seneca

Ora io mi chiedo a quale tipo di Stato potrebbe accedere il saggio: a quello ateniese, che mandò a morte Socrate e costrinse Aristotele a scappare per non fare la stessa fine? Uno Stato in cui l’invidia strozza ogni virtù? E’ evidente che il saggio non darà mai la sua opera ad un regime siffatto. E allora? Si accosterà a quello cartaginese, dove la guerra civile non ha un minuto di tregua, dove la libertà è rovinosa ai migliori ed onestà e giustizia sono tenute a vile, dove contro i nemici si consuma una crudeltà disumana e i cittadini stessi sono guardati di traverso, come persone pericolose? Anche da questo tipo di Stato il saggio si guarderà. E se li passassi in rassegna uno per uno non ne troverei nessuno capace di sopportare il saggio, o viceversa.
Seneca

Nessuno ti renderà gli anni, nessuno ti restituirà a te stesso; andrà il tempo della vita per la via intrapresa e non tornerà indietro né arresterà il suo corso; non farà rumore, non darà segno della sua velocità: scorrerà in silenzio, non si allungherà per editto di Re o favore di popolo; correrà come è partito dal primo giorno, non farà mai fermate, mai soste. Che avverrà? tu sei affaccendato, la vita si affretta: e intanto sarà lì la morte, per la quale, tu voglia o no, devi aver tempo.
Seneca

Se mi arrenderò al piacere, dovrò arrendermi anche al dolore, alla fatica, alla povertà; anche l’ambizione e l’ira vorranno le mie energie, anzi sarò straziato fra tante passioni. Aspiro alla libertà; questo è il premio a cui sono rivolte tutte le mie fatiche. Mi chiedi che cosa sia la libertà? È indipendenza da ogni cosa, da qualunque circostanza esterna, da qualunque necessità.
Seneca

Mi piacerebbe chiedere a una persona anziana scelta a caso tra la folla: «Tu sei ormai vicino al termine della vita e hai cento anni sulle spalle, se non di più: prova a fare un po’ di conti sul tuo passato. Calcola quanto del tuo tempo ti hanno sottratto creditori, amanti, superiori e collaboratori, quanto le liti in famiglia e le punizioni dei servi, quanto gli impegni mondani andando in giro per la città. Aggiungi le malattie che ti sei procurato da solo e il tempo rimasto inutilizzato, e ti accorgerai di avere molti meno anni di quanti ne conti di solito. Cerca di ricordare quando sei stato fermo nei tuoi propositi; quante giornate sono trascorse proprio come avevi stabilito; quando sei stato padrone di te stesso, e il tuo volto è rimasto impassibile e il tuo animo intrepido; cosa hai realizzato in una vita così lunga e quanto della tua vita ti è stato sottratto dagli altri senza che te ne rendessi conto di quel che perdevi, e il tempo che ti hanno portato via l’inutile dolore, la sciocca allegria, un’avidità insaziabile, il frivolo conversare. Vedrai quanto poco, in definitiva, ti sia rimasto del tuo; allora capirai che muori prematuramente.» Quale ne è dunque la causa? È che vivete come se doveste vivere per sempre, non vi ricordate della vostra precarietà; non osservate quanto tempo è già trascorso, lo sciupate come se ne aveste in abbondanza, mentre invece proprio quella giornata che state dedicando a qualcuno o a un affare qualsiasi, potrebbe essere l’ultima. Temete tutto come mortali, ma desiderate tutto come immortali.
Seneca

Pensa che a noi accade la stessa cosa: la vita conduce alcuni molto rapidamente alla meta cui, anche indugiando, dovevano giungere, altri li consuma e li tormenta. La vita non sempre va conservata: il bene, infatti, non consiste nel vivere, ma nel vivere bene. Perciò, il saggio vivrà quanto deve, non quanto può. Osserverà dove gli toccherà vivere, con chi, in che modo e che cosa dovrà fare. Egli bada sempre alla qualità della vita, non alla lunghezza.
Seneca

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