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Barzellette e motti di spirito divertenti
Barzellette e motti di spirito divertenti

Barzellette varie, motti di spirito, storielle divertenti, testi satirici, citazioni comiche, umorismo letterario e popolare, rimedi per favorire l’allegria e il buon umore.

Una misurata scanzonatura […] è prova di temperamento gaio e di tranquillità d’animo.
R. Descartes

Il motivo di raccontare una barzelletta consiste sempre nel tentativo di ottenere l’approvazione dell’uditore, della colpa presente negli impulsi offensivi nascosti nella barzelletta.
O. Fenichel

Nul mieux que Charlie ne sait que la joke n’est pas une plaisanterie. C’est un devoir et une obligation. C’est le plus délicat des artisanats. La joke est une dictature. Comme l’a dit Rousseau à propos d’autre chose, nous en sommes à la fois souverain et sujet. Nous devons servir la joke. Et ce doit être une servitude volontaire.
Charlie Hebdo

Il risultato di un’attitudine di fronte alla realtà, nata dalla convinzione che tutto è relativo o al contrario che niente è assoluto; che la realtà è fatta di contraddizioni e chi non vuol buttarsi giù dalla finestra non ha altro rimedio che sorridere.
E. Ballester

Non dimenticatevi inoltre che lo humor ride tra le lacrime ed ha pure la facoltà di scoprire arcane differenze. Potremmo dire anche con Mordillo che è la tenerezza della paura.
Carl William Brown

L’humour è uno stato mentale. Più ancora, è un punto di vista, un modo di guardare alla vita. Il fiore dell’humour sboccia ogni qualvolta nel processo di sviluppo di una nazione vi sia una esuberanza di intelligenza capace di sezionare i propri ideali.
Lin Yu-t’ang

Cerchiamo una volta per tutte di smentire il nostro caro amico Freud che in un suo celebre aforisma affermava: “Le donne sviluppano e apprezzano l’umorismo molto più raramente degli uomini.”, in fondo sono passati un po’ di anni, o no?
Carl William Brown

Ridete franco e forte, sopra qualunque cosa, anche innocentissima, con una o due persone, in un caffè, in una conversazione, in via: tutti quelli che vi sentiranno o vedranno rider così, vi rivolgeranno gli occhi, vi guarderanno con rispetto, se parlavano, taceranno, resteranno come mortificati, non ardiranno mai rider di voi, se prima vi guardavano baldanzosi o superbi, perderanno tutta la loro baldanza e superbia verso di voi. In fine il semplice rider alto vi dà una decisa superiorità sopra tutti gli astanti o circostanti, senza eccezione. Terribile e spaventosa è la potenza del riso: chi ha il coraggio di ridere, è padrone degli altri, come chi ha il coraggio di morire.
Giacomo Leopardi

Eccoci giunti in una delle sezioni certamente più divertenti e destinate ad ampliarsi in molte direzioni, sia col passar del tempo, sia magari con la collaborazione dei vari visitatori. Le barzellette infatti, frutto della creazione letteraria, in gran parte di tradizione orale e popolare, spaziano su tutti gli argomenti della nostra esistenza e si propagano in tutto il mondo senza barriere di stati, di confini, di religioni o di censura.

Alla lunga infatti le barzellette non sono altro che i chiodi nelle bare dei vari tiranni e per questo dovrebbero avere più dignità e riconoscimento di quello che in genere hanno nelle nostre ipocrite società. E’ anche per questo che noi le terremo in massima considerazione!

Innumerevoli sono gli studiosi che si sono occupati del fenomeno comico-umoristico e che hanno cercato di spiegare le ragioni psicologiche e sociali del riso; tale constatazione di fatto è una sicura prova dell’importanza che la questione riveste nell’ambito della ricerca culturale.

Per di più la letteratura anglo-sassone ha offerto nel corso dei secoli brillantissimi esempi di scrittori satirici ed umoristici; perciò vari anglisti hanno dedicato grande interesse a tali autori ed alle tematiche congiunte alla loro scrittura. Non va poi dimenticato che il riso, le battute di spirito, le barzellette ed il linguaggio comico in generale rivestono una grande importanza nel mondo teatrale e cinematografico, come del resto nella vita sociale di ogni giorno.  

Le barzellette non sono altro che fantastiche invenzioni linguistiche, piccole storielle o vere e proprie narrazioni articolate, sono parenti strettissime dell’aforisma, dei proverbi, dei giochi di parole, delle facezie, degli anedotti e di tutta quella letteratura breve e popolare che ha animato per secoli e secoli le nostre difficili esistenze, ristorandoci sempre con una lieve e divertente brezza di allegria.

Le barzellette infatti da sempre rivestono un ruolo sociale, ricreativo e comunicativo importantissimo, e costituiscono inoltre un vero e proprio momento di ludico gioco critico e riflessivo. Le barzellette sfruttano tutti i più sofisticati meccanismi linguistici della retorica classica e della interpretazione teatrale, e vivono le loro più eclatanti e belle manifestazioni proprio grazie alle qualità istrioniche di tanti attori comuni, è risaputo infatti che le barzellette per far ridere nella maniera giusta devono essere raccontate bene!

In questo spazio le varie storielle verranno raggruppate per argomento e quindi le varie sezioni si amplieranno via via che passerà il tempo, in questo modo avrete così la possibilità di avere a disposizione un grande archivio dove all’occorrenza potrete attingere o magari anche inviare le migliori barzellette!

Questa sezione inoltre sarà destinato a stupire non poco i nostri visitatori, in quanto nelle barzellette troviamo il più delle volte dei veri e propri terribili attacchi alle convenzioni, alle credenze e alle autorità che in genere disturbano e complicano non poco la nostra esistenza. Forse è anche per questo che gli autori di barzellette sono sempre anonimi, a testimonianza del fatto che queste creazioni appartengono più alla genuinità collettiva delle varie popolazioni, che non alla prepotente e stupida autorità dei loro governanti!

E’ proprio per questa loro artistica valenza di provocatorietà popolare che le barzellette, distaccandosi dal comune e ordinario modo di esprimersi del linguaggio più convenzionale, riescono a farci vedere la realtà in un modo nuovo, meno stereotipato, e costituiscono così oltre ad una fantastica e divertente valvola di sfogo anche un sorprendente metodo di innovazione ideologia e di rinnovamento critico e spirituale.

Ultima cosa, ma non meno importante, il fatto che le barzellette, il più delle volte sono il luogo ideale per esprimere valutazioni, critiche e giudizi che non potremmo altrimenti manifestare in nessuna altra forma narrativa! Non stupitevi dunque, se magari leggerete in queste pagine qualcosa di veramente terrificante. Noi del resto siamo degli umoristi neri e surrealisti, perciò se non vi piace il nostro stile, potete chiaramente anche andare a passare il vostro tempo in un altro luogo!

Mi sono sempre interessato a questi aspetti della creazione linguistica e letteraria, tanto è vero che la mia tesi di laurea, George Mikes e l’umorismo, era per l’appunto dedicata all’analisi dell’opera di questo grande scrittore umorista.

All’epoca nel 1990 non esistevano su tale autore libri di critica, per cui io impostai la mia ricerca basandomi sull’ampia bibliografia che trattava delle tematiche comico-umoristiche in generale e quindi cercai di valutare quale potesse essere il contributo di una certa letteratura, e nel caso specifico di tale autore, all’etica ed all’estetica dell’esistenza. Pertanto applicai le diverse teorie sul comico all’analisi di una certa produzione artistica, e tentai di individuare, attraverso confronti e parallelismi, quali fossero effettivamente le caratteristiche del fenomeno umoristico; soffermandomi con particolare attenzione sugli aspetti psicologici e sociologici della questione.

Da allora sono passati quasi trent’anni, ma non ho mai abbandonato la mia passione per questo genere letterario, tanto è vero che nel 1997 fondai la sezione umoristica del Daimon Club che ho poi continuato a sviluppare negli anni successivi.

Ora per concludere questa breve introduzione, lascio la parola a George Mikes che ci illustrerà brevemente alcune caratteristiche del fenomeno: “The joke was another speciality of Budapest. Jokes of course, were not invented there, not even all the Budapest jokes. (I have written a great deal about jokes and do not intend to repeat here what I have said before, but during my previous researches I was struck by their ubiquitousness. The first appearance of one joke was traced to the Paris Commune in 1871. It was resurrected in modern guise in Hungary and Poland in 1945 and was being told in China in the late ’70s.) Budapest prided itself on its jokes, very often witty and to the point. But as Budapest regarded itself as the City of Jokes, which had to respond with a joke to everything that happened.”

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