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Democrazia Impossibile

Democrazia Impossibile

Democrazia Impossibile, corruzione e mercato.
Democrazia Impossibile, corruzione e mercato.

Democrazia impossibile e attuali parlamenti. La democrazia parlamentare attuale è una bagarre chiassosa di politici al potere, spesso neppure votati democraticamente, dove vince chi risponde al motto “chi grida di più vince la mucca!”. Lottano metallurgici e magistrati, ferrovieri e professori universitari, tranvieri e ufficiali di marina, e, perfino i pensionati dello Stato, perfino gli scolaretti delle scuole secondarie contro lo sfruttamento che eserciterebbero sopra di essi i loro maestri. […] Lo Stato è concepito come una lotteria, alla quale tutti giocano e nella quale si può vincere studiando un libro meno mistico di quello della Cabala, facendo chiasso sui giornali, agitandosi, minacciando e premendo su deputati e ministri.
Benedetto Croce

Ma la causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, cioè il governo della maggioranza. Perchè, quando il potere è in mano d’uno solo, quest’uno sa d’essere uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar sé stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà! Ma sicuramente! Oh perchè credi che soffra io? Io soffro appunto per questa tirannia mascherata da libertà… torniamo a casa!
Fu Mattia Pascal di L. Pirandello

La democrazia è il governo del popolo, il lavoro del popolo, la beffa del popolo, la miseria del popolo. La democrazia è tutto, è soprattutto burocrazia e demagogia. E’ una grande industria economico finanziaria i cui principali azionisti sono però i potenti oligarchi del mondo.
Carl William Brown

La manipolazione consapevole e intelligente delle abitudini e delle opinioni organizzate delle masse è un elemento importante nella società democratica. Coloro che manipolano questo meccanismo nascosto della società costituiscono un governo invisibile che è il vero potere dominante del nostro paese. Siamo governati, le nostre menti sono plasmate, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, in gran parte da uomini di cui non abbiamo mai sentito parlare.
Edward Bernays

Poiché in una democrazia è il popolo che decide, i potenti uomini dell’industria e dell’economia si mobilitano per istruire la società affinché scelga e decida in modo assolutamente autolesionista.
Carl William Brown

È un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina.
Henry Ford

Poiché in una democrazia è il popolo che decide, i potenti uomini dell’industria e dell’economia si mobilitano per istruire la società affinché scelga e decida in modo assolutamente autolesionista.
La satira talvolta è utile ai regimi demoplutocratici (governo dei ricchi) perché crea nel popolo, grazie al suo pseudoumorismo, l’illusione di vivere in democrazia; invece di creare proteste, crea il consenso che viene così elargito ai monarchi della stupidità.
Carl William Brown

“Ho la paura della perdita della democrazia, perché io so cos’è la non democrazia. La democrazia si perde pian piano, nell’indifferenza generale, perché fa comodo non schierarsi, e c’è chi grida più forte e tutti dicono: ci pensa lui”
“È così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi”.
“Quelli che fanno versare la maggiore quantità di sangue sono gli stessi che credono di avere dalla loro parte il diritto, la logica, e la storia.
Non è dall’individuo, ma dallo Stato che oggi la società deve difendersi”.
Albert Camus

Una serie di paradossi aritmetici dimostra come, in molti casi, il risultato delle elezioni non rispecchia le preferenze degli elettori. Non solo: negli Stati Uniti, patria della democrazia e della libertà, raccogliere più voti rispetto all’avversario non garantisce la vittoria. La soluzione? Probabilmente non esiste…

Riconosciamo che il vero nemico della democrazia e della libertà, in una società così diversa dalle precedenti per struttura, cultura e livello tecnologico, è la democrazia stessa, almeno nella sua forma attuale. Stiamo assistendo ad un tranquillo e sereno suicidio, ma non vogliamo ammetterlo o non ce ne rendiamo conto perché tutto avviene in maniera silenziosa e non violenta, con il consenso di un mondo che fatica ad intuire quel che sta accadendo.
Sabino Acquaviva

Con il governo, si sa, non vai mai d’accordo nessuno. Ma com’è possibile, visto che dovrebbe essere uscito vincitore da un’elezione libera e democratica? In realtà, se siosservano con attenzione i numeri, si scopre che la maggior parte dei cittadini potrebbe non aver votato per il candidato che è stato poi effettivamente eletto. Non c’è dastupirsi: è uno dei paradossi matematici dei sistemi elettorali di tutto il mondo messi in luce da Ian Stewart in un recente articolo pubblicato sulla rivista New Scientist. “Garantire elezioni libere” afferma l’autore, “spetta alla legge, ma assicurare che siano eque e algebricamente corrette è compito dei matematici, che da sempre cercanodi mettere a punto meccanismi che combinino le esigenze aritmetiche con quelle politiche, per esempio garantire al governo una certa stabilità e la possibilità di governare”. E dopo secoli di studio siamo ancora molto lontani dalla perfezione.
Vincenzo Galasso

Il mercato compra e vende milioni, forse miliardi, di informazioni perfettamente inutili che inquinano il mondo della conoscenza e dell’informazione, rendendo impossibile una scelta, anche politica e democratica, non ubriacata e vanificata dall’insalata russa dominante.
Sabino Acquaviva

Il mondo così com’è non può produrre cose molto diverse da quelle che produce. Almeno per ora non sembra capace di ridurre in maniera consistente il numero di quanti fanno la fame, non può non confinare nelle stazioni, nelle metropolitane delle grandi metropoli del pianeta, nei quartieri più degradati, centinaia di migliaia di barboni, emarginati, sconfitti, pazzi. E come potrebbe non creare gli dei dell’informatica, i Bill Gates padroni del mondo, di fronte ai quali spesso si inchinano i potenti della terra? Come impedire che si moltiplichino a decine di migliaia i giornalisti lacchè del potere disposti a vendersi, pur di far carriera e essere presenti sul palcoscenico dei media sul quale si recita ventiquattro ore al giorno? Come non assistere allo scandalo di centinmaia di milioni di affamati, di popoli miserabili che si massacrano senza pietà e dei ricchi della terra che passano il tempo negli imperi della finanza?

Questa società non è radicalmente riformabile, va reinventata, ma senza utilizzare le anticaglie ideologiche e politiche che hanno lastricato di milioni di morti la storia degli ultimi due secoli. Certamente, è vero che la democrazia, come diceva Churchill, è il peggiore dei sistemi, naturalmente ad eccezione di tutti gli altri, che sono peggio. Ma è anche vero che questa democrazia apparente, quasi virtuale, ormai divenuta il sistema politico dominante, accettato quasi da tutti, si sta trasformando nella più grande truffa politica della storia.

Perché non ammettere che questo sistema, insieme al progresso tecnico-scientifico, consente ad una piccola “entità”, in gran parte impersonale, di detenere tutto il potere? Che, aggravante della situazione, il potere politico si sottomette, forse per necessità, agli imperativi dell’economia finanziaria, delle tecnologie avanzate e della scienza? Che la mole delle transazioni finanziarie è cinquanta volte superiore a quella dei trasferimenti di beni e servizi? E’ chiaro che ormai la presunta democrazia si associa in maniera indiscutibile alla disarticolazione dello stato sociale. Basta pensare ai dogmi imposti dal potere economico finanziario all’Unione Europea e accettati da tutti. E non dimentichiamo che questi fenomeni si associano alla marea montante della corruzione.

La grande povertà dei diseredati della terra e la grande esclusione dovuta al progresso tecnologico, si sommano alla mondializzazione, all’informatizzazione e alle strategie dei grandi dominatori del pianeta che operano in uno spazio in cui l’impresa diventa una rete transnazionale di unità semiautonome interconnesse telematicamente. Di qui un immenso flusso intercontinentale di produzione materiale e immateriale nel cuji ambito l’intelletto tende a diventare la forma dominante della forza lavoro. Si tratta di un processo di trasformazione ancora in corso che tuttavia, salvo eventi imprevedibili, anche politici, molto probabilmente si concluderà con la formazione di uno stato mondiale del mercato: un impero senza imperatore, una dittatura senza dittatore, una monocrazia senza monocrate, una società gestita da un partito unico virtuale in cui i partiti sono dei fantasmi con poco potere.
Sabino Acquaviva

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